venerdì 22 maggio 2015

L'AFFRESCO

https://youtu.be/CECXsbKCmRQ
CENNI STORICI

I primi esempi di pittura su intonaco risalgono  al periodo mesopotamico, egizio e cretese, ma solo più tardi, quando negli intonaci cominciò ad essere mescolata la calce, ebbe inizio il vero e proprio procedimento di pittura “ a fresco”.
Nella pittura murale egiziana gli intonaci erano a base di gesso e argilla a cui veniva aggiunta la paglia. I colori erano legati a gomme (tempere) e quindi molto sensibili. Tuttavia nelle tarde pitture murali egiziane, mesopotamiche e cretesi si trovano già intonaci  a base di sabbia e calce in cui i colori sono stati inglobati attraverso il processo di carbonatazione, reazione chimica tipica della tecnica “ a fresco”.

Pittura murale egizia
Del periodo greco purtroppo non è rimasto molto da poter analizzare ma negli scritti di Plinio e Vitruvio troviamo indicazioni di procedimenti molto vicini alla tecnica ad affresco. I Romani siamo invece sicuri che già impiegavano la pittura su intonaco umido infatti i dipinti murali di Pompei sono veri e propri affreschi con ritocchi eseguiti a secco poi protetti da una particolare vernice a base di cera. 




Pittura murale pompeiana
Arriviamo così all’Alto Medioevo dove la pittura
 ad affresco si afferma maggiormente.
Naturalmente la tecnica ad affresco ha subito nei secoli diverse modificazioni. La pittura murale in generale, infatti, segue sempre la pittura da cavalletto; quindi, se nel Trecento la pittura mobile veniva fatta su tavole di legno liscissime, levigate pertanto anche l’affresco presentava una superficie levigata. Nel Seicento la tela dei quadri diventa più ruvida per poter meglio ricevere la pennellata che si fa più pastosa e così anche l’affresco diventa più ruvido….


Abbazia di Vezzolano (AT)



PROCEDIMENTO

L’affresco è l’unica tecnica pittorica che non si avvale di un legante ma i colori sono solo stemperati  con l’acqua. Il pigmento in questo caso viene fissato attraverso una reazione chimica (carbonatazione) tra la calce umida dell’intonaco e l’anidride carbonica dell’aria ; il colore viene così inglobato nello strato di carbonato. Da qui la caratteristica lucentezza e resistenza  dell’affresco. Per far sì che ciò avvenga è però necessario che l’intonaco sia umido.
Per eseguire un affresco il supporto, cioè il muro deve essere pulito e privo di umidità. Sul muro viene steso un primo strato di intonaco (arriccio) a base di calce spenta da almeno un anno e e sabbia grossolana di fiume. Una volta asciutto su questo, nel Trecento veniva eseguita la sinopia un disegno sommario fatto con la terra di Sinope – da qui il nome-.  Sull’arriccio successivamente vine steso un altro strato di intonaco sempre a base di calce e sabbia ma fine. Su questo strato ancora umido si può iniziare a dipingere o stendere uno strato di calce e polvere di marmo (intonachino). Il disegno può essere riportato con il cartone o lo spolvero. 

                                                                                             Una volta trasportato il disegno si inizia a dipingere
stemperando i pigmenti con acqua.  La tavolozza dell’affreschista è molto limitata poiché molti colori non resistono la causticità della calce; i pigmenti più compatibili sono le terre naturali.
      

 

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