CENNI STORICI
I primi esempi di pittura su
intonaco risalgono al periodo
mesopotamico, egizio e cretese, ma solo più tardi, quando negli intonaci
cominciò ad essere mescolata la calce, ebbe inizio il vero e proprio
procedimento di pittura “ a fresco”.
Nella pittura murale egiziana gli
intonaci erano a base di gesso e argilla a cui veniva aggiunta la paglia. I
colori erano legati a gomme (tempere) e quindi molto sensibili. Tuttavia nelle
tarde pitture murali egiziane, mesopotamiche e cretesi si trovano già
intonaci a base di sabbia e calce in cui
i colori sono stati inglobati attraverso il processo di carbonatazione, reazione
chimica tipica della tecnica “ a fresco”.
Pittura murale egizia |
Del periodo greco purtroppo non è
rimasto molto da poter analizzare ma negli scritti di Plinio e Vitruvio
troviamo indicazioni di procedimenti molto vicini alla tecnica ad affresco. I
Romani siamo invece sicuri che già impiegavano la pittura su intonaco umido
infatti i dipinti murali di Pompei sono veri e propri affreschi con ritocchi
eseguiti a secco poi protetti da una particolare vernice a base di cera.
Arriviamo così all’Alto Medioevo dove la pittura
ad affresco si afferma maggiormente.
Pittura murale pompeiana |
ad affresco si afferma maggiormente.
Naturalmente la tecnica ad affresco
ha subito nei secoli diverse modificazioni. La pittura murale in generale,
infatti, segue sempre la pittura da cavalletto; quindi, se nel Trecento la
pittura mobile veniva fatta su tavole di legno liscissime, levigate pertanto
anche l’affresco presentava una superficie levigata. Nel Seicento la tela dei
quadri diventa più ruvida per poter meglio ricevere la pennellata che si fa più
pastosa e così anche l’affresco diventa più ruvido….
PROCEDIMENTO
L’affresco è l’unica tecnica
pittorica che non si avvale di un legante ma i colori sono solo stemperati con
l’acqua. Il pigmento in questo caso viene fissato attraverso una reazione
chimica (carbonatazione) tra la calce umida dell’intonaco e l’anidride carbonica dell’aria ; il colore viene così inglobato nello strato di
carbonato. Da qui la caratteristica lucentezza e resistenza dell’affresco. Per far sì che ciò avvenga è
però necessario che l’intonaco sia umido.
Per eseguire un affresco il supporto,
cioè il muro deve essere pulito e privo di umidità. Sul muro viene steso un
primo strato di intonaco (arriccio) a base di calce spenta da almeno un anno e
e sabbia grossolana di fiume. Una volta asciutto su questo, nel Trecento veniva
eseguita la sinopia un disegno sommario fatto con la terra di Sinope – da qui
il nome-. Sull’arriccio successivamente
vine steso un altro strato di intonaco sempre a base di calce e sabbia ma fine.
Su questo strato ancora umido si può iniziare a dipingere o stendere uno strato
di calce e polvere di marmo (intonachino). Il disegno può essere riportato con
il cartone o lo spolvero.
Una volta trasportato il disegno si inizia a dipingere
stemperando i pigmenti con acqua.
La tavolozza dell’affreschista è molto limitata poiché molti colori non
resistono la causticità della calce; i pigmenti più compatibili sono le terre
naturali.
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